Torino, 26 agosto 2019
Lettera aperta al Ministro dell’Interno: shock fiscale e flat-tax per Tutti ?
Egregio Sig. Ministro,
purtroppo nel nostro quotidiano mestiere dobbiamo “adempiere agli adempimenti” (mi scusi il bisticcio di parole) e non abbiamo più il tempo di condividere con i nostri Clienti i concetti di base conseguenti a tutto ciò che la nostra preparazione specifica ci imporrebbe di trasmettere.
Non voglio assolutamente parlare delle Sue decisioni politiche tanto commentate in questo mese di agosto perché non ne sono assolutamente in grado.
Vorrei invece porre alcune osservazioni inerenti il mestiere che svolgo da oltre 40 anni.
E’ evidente che uno dei Suoi temi preferiti riguarda l’adozione di una manovra fiscale “definitiva” per il rilancio dell’economia.
Devo rilevare che su questo argomento il Suo Collega Tria, all’uopo specificatamente preposto, tace da alcuni mesi: probabilmente La ascolta e necessita di riflettere.
In particolare Lei propugna l’introduzione della “flat-tax” come strumento fondamentale per la ripresa economica. Dice “l’Italia ha bisogno di uno shock fiscale forte”,
Signor Ministro, quello che Lei dice è vero.
Sicuramente una riduzione generalizzata delle imposte (e quindi anche sui redditi di lavoro dipendente e di pensione, perché quella sui redditi di lavoro autonomo e d’impresa è già stata in buona parte introdotta – seppur limitatamente alle persone fisiche – con il regime dei “nuovi forfettari” che nel 2020 riguarderà coloro che hanno ricavi sino a 100 mila euro) pur non riducendo in alcun modo il “cuneo fiscale” – inteso come maggior onere per le imprese derivante dal costo del lavoro subordinato – genererebbe quasi sicuramente una ripresa dei consumi, soprattutto interni.
E le imprese italiane hanno tutte un disperato bisogno della ripresa dei consumi interni, visto che in Italia stagna da tempo e tutti i mercati esteri, per ragioni varie, manifestano da alcuni mesi segni di rallentamento.
Su questo argomento dovrei aprire un’altra importante parentesi in merito alla ben note e contrastanti teorie della “crescita mondiale infinita in un mondo finito” contrapposta a quella della “decrescita felice”, ma non è questa l’occasione né l’obiettivo: l’argomento è troppo vasto ed importante.
C’è un’altra frase che gira molto in questi giorni: “tagliare le tasse è l’unico modo per aiutare le imprese”.
Anche questa frase è vera, perché ridurre le tasse sul lavoro, per l’effetto indotto di cui sopra, aiuterebbe le imprese che hanno investito risorse nella ricerca e sviluppo di nuovi beni e nuovi servizi, così come nei miglioramenti della produttività e dell’efficienza interna, pur approfittando di tutte le agevolazioni, crediti di imposta tramite i “click da d-day”, gli iper-ammortamenti dell’industria 4.0, ecc. ecc. che questo ed i precedenti Governi hanno introdotto nel sistema convinti (?) che fosse la soluzione migliore.
La flat-tax aiuterebbe anche le imprese più “pigre”, poco attente alle evoluzioni dei mercati ed alle esigenze dei consumatori, oppure che non possono fare nulla perché – nella sostanza – totalmente dipendenti dagli ordinativi dei grandi gruppi industriali stranieri che le comandano totalmente: tuttavia anch’esse avrebbero una boccata di ossigeno “a rimorchio” delle altre (nella speranza che possa essere ben sfruttata).
Ma Signor Ministro, Lei è proprio sicuro che la strada della flat-tax sia quella giusta o possa diventare l’ennesima illusione ?
Nel testo di una celeberrima canzone del 1940, “Signora Illusione”, (testo di Bixio Cherubini) si cantava già “Illusione, dolce chimera sei tu che fai sognare in un mondo di rose tutta la vita”.
Ma davvero quello che produrrà una tale manovra sarà uno shock fiscale ?
Davvero 40 milioni di contribuenti vedranno il loro reddito netto incrementarsi per effetto di una riduzione delle tasse ?
Mi conceda almeno la liceità del dubbio, perché a fronte di un’apparentemente elevata riduzione delle aliquote nominali (meno 8 punti per l’attuale primo scaglione, meno 12 punti per il secondo e meno 23 per il terzo), reputo che gli effettivi concreti conducano a risultati diversi, infatti:
- per i primi due scaglioni IRPEF (da 0 a 15 mila euro e da 15 a 28 mila di reddito), le aliquote medie effettive sono pari, rispettivamente, al 5,2% e al 14,4% e, quindi, ben inferiori all’aliquota flat del 15% !
- per il terzo scaglione (da 28 a 55 mila euro), le aliquote medie effettive sono invece superiori (21,4%): quindi, almeno teoricamente, per questa fascia di reddito che conta 6,2 milioni di dichiaranti (il 15,5% del totale), si potrebbero generare dei vantaggi; trattasi però di pochi vantaggi, preso atto del limite di reddito attualmente proposto per fruire della flat tax fissato a 30.000 euro (da 31 a 55 mila il vantaggio non ci sarebbe).
Da quanto sopra mi viene molto difficile capire quale possa essere il vantaggio per 17,6 milioni di contribuenti che si trovano nel primo scaglione, (che costituiscono il 44% del totale), mentre è quantomeno dubbia la dimensione del vantaggio per i 14,5 milioni che si collocano nel secondo, (che costituiscono il 36% del totale): e così siamo già arrivati all’80% del totale di tutti i Contribuenti.
Ne deriverebbe che, con la flat-tax a regime, il vantaggio potrebbe essere evidente soltanto per coloro che si trovano nel quarto e quinto scaglione di reddito, per i quali le aliquote medie dell’IRPEF sono pari, rispettivamente, al 27,4 e al 33,2%: ammesso e non concesso che la flat tax toccherà anche loro, essi rappresentano però il 20% di tutti i Contribuenti.
Chiarito quanto sopra, noto che ci si dimentica di parlare:
- dell’entità del carico contributivo INPS (soprattutto per i lavoratori autonomi e le imprese soggette alla gestione separata ed alla gestione speciale per Artigiani e Commercianti) il cui ammontare – seppur con finalità individuale e non collettiva – grava percentualmente sul reddito in termini più alti del carico fiscale diretto;
- della revisione della disciplina della localizzazione del reddito fiscale prodotto dalle multinazionali per le attività svolte sul territorio italiano con le più svariate e diverse modalità (sia quali fornitori dei consumatori italiani che clienti delle piccole e medie imprese italiane fornitrici di beni e servizi cui alle volte non è dato di capire dove andranno ad essere impiegati o venduti con conseguenze operative difficilissime ai fini della corretta applicazione dell’I.V.A.);
- di quante volte i controlli fiscali svolti sui Contribuenti italiani (che restano in Italia per produrre in Italia e dare occupazione in Italia) vengano svolti come se l’azienda controllata fosse un “nemico da colpire” od “un pollo da spennare”: già il secondo Presidente della Repubblica Italiana ebbe a sostenere come “migliaia.. milioni di individui ….” piccoli e medi imprenditori tengono duro nonostante tutto quello che lo Stato gli “combina” e soprattutto nonostante il maggior vantaggio che avrebbero se impiegassero il denaro in altro modo o vendessero la propria azienda a loro colleghi stranieri (sarebbe troppo facile a dire “ad esempio i cinesi”); anzi, mi pare che molte leggi italiane emanate abbiano facilitato proprio questo depauperamento dell’imprenditorialità italiana anziché rafforzarla, o mi sbaglio ?
Già, ma Lei è il Ministro dell’Interno e di questi aspetti potrebbe anche non essere totalmente al corrente, anche perché non può fare tutto.
Lei però sa che le persone umili faticano a distinguere quello che pagano all’Erario ed all’INPS: loro leggono il totale da pagare in fondo al modello F24 e si demoralizzano…..
Lei questo dovrebbe saperlo e occorre dirlo, perché altrimenti le persone si illudono, come diceva la canzone.
Potremmo anche pensare che alcune imprese straniere vengano in Italia approfittando della scarsissima qualità sostanziale dei controlli fiscali quasi sempre rivolti ad imprenditori italiani e quasi mai approfonditi nei loro confronti ? Lei sa che in quasi tutti gli altri Paesi europei avviene il contrario, o mi sbaglio ?
Lei pare abbia comunque sostenuto che la flat-tax sarà facoltativa, in modo che ciascuno possa scegliere se essere tassato con il vecchio sistema, oppure, se più conveniente, adottare la flat-tax: sembra quasi una nuova versione dell’attuale “clausola di salvaguardia”, seppur “al contrario”.
Ma – se la Sua idea di shock fiscale fosse questa – quale ragione ci sarebbe per proporre questa specie di clausola di salvaguardia al contrario ?
Forse che Lei preferisce che i Contribuenti facciano, per ciascun anno d’imposta (?), due conteggi diversi, li mettano a confronto e poi scelgano il più conveniente ?
Ma Signor Ministro, un altro dei Suoi punti di forza non era quello della “semplificazione fiscale” ?
E secondo Lei questo porterà alla semplificazione fiscale ?
Sono invece certo che Lei sappia benissimo che, eliminando tutte le detrazioni/deduzioni d’imposta sinora concesse, i più penalizzati dalla flat-tax sarebbero i contribuenti con redditi bassi e medio-bassi: infatti, il 25,5% delle spese fiscali è utilizzato dai contribuenti che rientrano nel primo scaglione di reddito, il 37% da quelli che rientrano nel secondo, il 22,2% da quelli che appartengono al terzo. Ai redditi medio-alti va il restante 15% (5% a favore del quarto scaglione e il 10% a favore del quinto).
In conclusione, se la riduzione dell’aliquota d’imposta venisse finanziata dalla soppressione delle detrazioni/deduzioni fiscali, ciò che si otterrebbe non sarà un abbassamento della pressione fiscale, ma la sua invarianza, con un probabile effetto di rimescolamento dei vantaggi/svantaggi tra le categorie di contribuenti che dichiarano redditi “bassi e medi”, visto che i pochissimi in fascia alta non sono toccati da tale scelta.
Nel frattempo, mi scusi Sig. Ministro, Lei è stato informato del grandissimo pasticcio causato dall’introduzione degli I.S.A. e dal rinvio dei versamenti delle imposte 2018/2019 al 30 settembre (o al 30 ottobre con la maggiorazione dello 0,4%) ?
Perché se non viene informato di ciò che accade mentre Lei presenta la riforma fiscale scioccante, Le posso dire che – a proposito di shock – ne abbiamo già patiti moltissimi in questi ultimi due anni e, quando chiuderà i conti di fine 2019 sarà Lei ad avere un forte shock per incassi inferiori a quelli previsti….
Concludo Signor Ministro, anticipando una Sua logica e giustificata critica a quanto sopra scritto: “ma Lei che critica tanto e tutto, cosa farebbe, cosa proporrebbe ?
Ebbene Signor Ministro, sarò ben disposto ad esporglielo quando potrò interloquire con Lei certo di essere seriamente ascoltato e non soltanto un cittadino contento per essermi fatto un selfie con Lei , perché contento non lo sono più da tempo, da vecchio Liberale quale tristemente penso di essere.
Buon fine vacanze, Signor Ministro.